Riprendo una mini rubrica che avevo pensato di lanciare l’anno passato per parlare di un altro argomento che fino a poco tempo fa pensavo assolutamente scontato. Qui non si tratta neppure di parlare di web 2.0 e social network, ma dell’uso dell’email da parte degli uffici stampa. Una nozione che appunto ero convinta fosse banale, eppure…
Comunicare il vino: lesson #2a – quando inviate un comunicato stampa per un nuovo prodotto in cui si parla di design e restyling, ricordatevi di allegare un paio di foto. Come farebbe altrimenti un giornalista o blogger a capire se vale la pena parlarne? Eppure ultimamente mi è capitato almeno due o tre volte di ricevere simili comunicati in cui da un lato si elogiava la qualità del design, il prestigio e l’eleganza delle linee, dall’altro, se scorrevi in fondo all’email nella ricerca curiosa di un allegato rimanevi prontamente deluso. Quasi con la manina sopra gli occhi, a scrutare a destra e a sinistra alla ricerca dell’oasi nel deserto ti guardavi attorno e niente. La foto non ci sta. Se la notizia proprio mi incuriosiva magari pensavo alla svista, a un errore di distrazione. Li facciamo tutti e anzi io la mia seconda laurea sto cercando di prenderla proprio in questa materia. E invece no, perché alla richiesta di foto ti arrivano dopo una paio di giorni un paio di immagini che non erano state pensate per essere allegate. Foto in teoria in bassa definizione ma che pesano comunque un mega (e quindi non dovrebbero andare bene né per la stampa cartacea né per il web), magari inserite all’interno del testo della mail… così per vederle per intero, e apprezzare il famigerato nuovo design, devi fare lo scroll in orizzontale dell’agognata immagine e non riesci mai a vederla per intero. E questo mi porta alla lesson #2b – quando inviate le foto, allegate dei jpg in bassa definizione e rendetevi disponibili a inviare su richiesta quelle in alta. Una foto con anche solo 500 px di base e un dpi di 72 rende perfettamente l’idea: il blogger o webmaster o chi per lui avrà una foto già pronta, il giornalista della carta stampata potrà scegliere velocemente quale gli piace di più e richiedere il formato che gli serve.
Basta poco, che ce vò?