Questo fine settimana si è tenuta a Torrecuso (BN), una bella tavola rotonda sul tema della comunicazione dell’Aglianico del Taburno e del suo territorio. Mi aveva invitato qualche settimana fa Ivana Limata di Percorsi di Vino, che però non c’entra niente con il blog Andrea, che io sappia, e ho accettato molto volentieri. Malgrado qualche defezione illustre mi è sembrato che noi relatori presenti siamo riusciti a tener testa alle aspettative della platea (oltre a me che ero un po’ l’outsider del gruppo c’erano Sandro Tacinelli del Sannio Quotidiano e Pasquale Carlo del Mattino e ancora quel mito di Paolo De Cristofaro del Gambero Rosso, il consulente Nicola Matarazzo e Alessandro Marra di Stralci di Vite che pure ha parlato, e molto bene, di comunicazione online e web 2.0). Si è parlato anche di comunicazione cartacea e del futuro delle guide, di immagine di territorio e comunicazione integrata, ma forse l’aspetto che più mi ha colpito, da relatore che dà per scontata la qualità dei contenuti, è stata la platea. Già, perché ogni volta che si organizzano tavole rotonde su questo tema si finisce sempre poi a lamentare l’assenza di produttori interessati all’argomento. La battuta più frequente tra blogger ed esperti vari è “parliamo sempre e solo tra di noi”. Invece non è stato questo il caso, a Torrecuso (scusate l’allitterazione!). Perché i produttori c’erano, ce n’erano parecchi, e sono quelli che fanno parte dell’Associazione Aglianico del Taburno, nuove generazioni che voglio superare il passato e superarsi. Una volta tanto ho visto una concreta voglia di fare e speriamo che la portino avanti d’ora in poi. La qualità dei vini c’è già, di sicuro va perfezionata l’accoglienza – sarà che il giro che abbiamo fatto è stato veloce e ha cercato di coinvolgere tante aziende in poco tempo – ma facendo squadra voglio sperare che l’operazione si possa portare avanti in tempi relativamente ridotti. Le premesse ci sono.
Una bella iniziativa per migliorare la qualità dei vini del taburno…