Torna la lezioncina sull’ABC della comunicazione del vino. Perché ci sono certe cose che a tanti sfuggono, sembrerà strano. Cose di una banalità assurda. Ora, di sicuro io ho le mie stranezze perché non aggiungerei mai nessuno contro la sua esplicita volontà alla mailing list a cui invio la newsletter, neppure gli amici, per dire. Però c’è pure chi esagera nell’altro senso… e così ecco la lesson #3: quando devi inviare un comunicato stampa, non lo inviare 3 volte uguale uguale alla stessa mailing list e a distanza di un’oretta o due. Non ha un effetto positivo, neppure se lo mandi da tre indirizzi diversi che sono però tutti facilmente riconducibili a te… Il rischio? Se dall’altra parte del computer c’è una persona tollerante, al massimo comincerà ad aprire le tue email sempre più di rado (ed è comunque un danno, soprattutto per il tuo cliente). Se invece hai dall’altra parte una persona meno tollerante, allora quella persona cliccherà su un tasto chiamato “SPAM” che appare ad esempio con gmail. Se non funziona la prima volta, di sicuro alla seconda la tua email non la vedrà neppure più… La cosa assurda è che questa pratica è più comune tra certi uffici stampa che non tra le aziende che si fanno tutto in casa e a cui magari potrebbero sfuggire certe regole della netetiquette. L’addetto stampa è un professionista, non è uno spammer.
Qui potete trovare un’intervista a Luca Buratti, direttore commerciale di La Versa, azienda leader nel mondo spumantistico e la sola Cantina in Italia che può essere considerata “la casa” del Blanc de Noir per la produzione di spumanti effettuata utilizzando soltanto il Pinot Nero. Spiega i loro metodi di creazione del vino….è una buona comunicazione?Mah….qui il video!