In attesa di rientrare a Roma, segnalo questo interessante dossier apparso su Vitisphere. L’argomento, il mercato cinese del vino.
Partendo da una breve analisi della Cina come produttore di vino ma anche di altre bevande alcoliche e superalcoliche (chi lo sapeva che la Cina e’ il primo produttore mondiale di birra?) si passa alle grandissime potenzialita’ di consumo tuttora inesplorate, sfruttando magari, se n’era gia’ parlato, la leva dei benefici del vino per la salute.
Dal lato consumatore mi fa piacere evidenziare i criteri che guidano la scelta d’acquisto cosi’ come emerso in questo dossier: la marca (44 %), il gusto (28 %), il prezzo (16 %), l’origine (8%), e l’imballaggio (4 %). Cosa possono voler dire queste percentuali? Innanzitutto che il vino per il consumatore cinese e’ prevalentemente uno status symbol delle nuove generazioni piu’ occidentalizzate, sulle quali si puo’ far leva sulle caratteristiche aspirazionali di una marca piuttosto che un’altra, mentre risulta avere significativamente meno importanza il prezzo, proprio per lo stesso motivo. Una questione piu’ controversa viene lanciata dall’importanza del gusto, soprattutto per consumatori che sono notoriamente abituati ad abbinamenti completamente diversi da quelli occidentali, mentre evidentemente l’origine di prodotti ancora totalmente nuovi ha minore importanza. Forse quindi i nostri esportatori dovrebbero concentrarsi su proporre marche aspirazionali anziche’ cercare di spiegare le differenze tra una Falanghina e un Gewurtztraminer?
Altri articoli sull’argomento nella sezione Speciale Cina.