Sarà che sono in pieno target ma questa idea del Oneglass wine mi è piaciuta troppo. Si tratta di una serie di quattro vini (tutti Igt con prevalenza rispettivamente di Vermentino, Sangiovese, Pinot Grigio e Cabernet Sauvignon – edit: in seguito hanno lanciato anche vini marchigiani) distribuiti in confezioni monodose da 100 ml a forma di bottiglia. Packaging giovane per un target giovane visto che l’obiettivo è proprio quello di andare a colpire single e coppie (senza figli) o anche genitori single che rappresentano insieme all’incirca l’89% dei consumatori – non so se mi spiego. Un prodotto facilmente distribuibile nella Gdo dove, è stranoto ormai, si sta spostando la maggior parte degli acquisti di vino, con tanto di progettazione degli espositori. Il packaging, curato nei minimi particolari, mi ha convinto anche perché rispetto al brick è sicuramente più cool ma riesce comunque a mantenere bassi costi. E’ pratico e leggero e anche ecologico: l’imballaggio è riciclabile, composto al 74% di carta e si può appiattire dopo l’uso per ridurre l’ingombro. Non ultima la qualità dei prodotti: ho assaggiato ieri sera il Vermentino e aveva un bel fruttato e una grande piacevolezza di beva; magari non era lunghissimo ma se volessi un vino particolarmente complesso probabilmente aprirei una bottiglia intera. Però il fatto è proprio questo: il più delle volte accade che uno non abbia voglia di aprire un’intera bottiglia di vino per berla da solo – altrimenti non staremmo a farci ambasciatori del bere moderato, no? – ma al tempo stesso il desiderio di un bicchiere e basta è forte. E allora che fare? Oneglass! E così da parte mia va un bravo ai ragazzi di Oneglass che hanno individuato una bella nicchia di mercato.