Sottotitolo: Ma dove v’eravate nascosti tutti?
Qualche settimana fa ho ricevuto un invito alla serata inaugurale di Vinòforum. Non è un evento che io ami particolarmente: la formula della piazza mi è sempre sembrata un po’ dispersiva, i costi del biglietto non sono proprio invitanti e il fatto che non ci siano produttori presenti non permette di approfondire la conoscenza dei vini. Però avevo accolto come un gradito cambiamento quest’apertura ai blogger (magari c’era anche l’anno passato ma ancora non mi calcolavano, dovrei indagare) e avevo pensato che fosse la volta buona per ricredermi. In più c’è di buono che si parcheggia facilmente, il che a Roma è già un punto importante a favore, e, grazie a provinciawifi, per la gioia di noi blogger e smartphone addicted c’è pure il wifi gratis.
Ora, sono arrivata alle 2030 anziché alle 20 ma tanto a Roma si sa che il quarto d’ora accademico si dilata, soprattutto il venerdì sera. Mi era stato scritto che la serata sarebbe andata avanti di sicuro fino alle 22 e che era previsto un programma specifico per i blogger – io ho pure saltato altri due impegni per andare, tanto ero curiosa. Peccato che, arrivata all’ingresso mi sia stato dato un cataloghino degli stand, un cartoncino da cui mi avrebbero scalato le mie dodici consumazioni di vino, un biglietto gratis e un braccialetto. Stop. Ah, no, mi hanno detto che potevo prendere il bicchiere al banchetto che si trova entrando sulla destra: 3 euro, no cauzione, te lo puoi/devi portare a casa.
E insomma mi sono trovata in mezzo al Vinoforum semi-deserto se non per un piccolo capannello di persone davanti allo stand di Decanter a vagare alla ricerca di qualche faccia conosciuta. Niente. Al massimo ho visto Nicola Zingaretti seguito dalla classica claque che mi sono chiesta se fosse lì più per fare folla a Vinoforum o per far vedere che lui quando va in giro ha intorno la claque. Mentre ero lì di persone ne sono anche arrivate ma si disperdevano presto in tutti quegli spazi e comunque di blogger amici non c’era neppure l’ombra.
Indicazioni, qualche modo di capire che cosa dovessi fare, dove dovessi andare per questa famosa serata per i blogger e quale fosse il programma non ce n’erano. Il fatto è che se avessi saputo che era una serata così libera, avrei portato qualcuno. O meglio ancora avrei gradito se avessero scritto che l’invito era valido per due persone.
Ho fatto un paio di foto in giro, all’apetta del Lambrusco Otello di Ceci, per dire, e a un paio di altri stand. Ho girato ancora un po’ – in realtà un paio di saluti volanti li ho pure fatti, alla fine il mondo del vino a Roma è piccolino, non si può negare. Ma poi al pensiero di dovermi girare gli stand per conto mio, facendomi vidimare di tanto in tanto il cartoncino che non dava però diritto a niente da mangiare – panini e altre pietanze sono tutti extra, i panini ad esempio costano 4,50 euro (oltre ai 16 d’ingresso che diventano 20 il sabato)- alla fine me ne sono andata.
Ho tentato di farmi restituire i 3 euro del bicchiere non usato più per principio che per fare economia. Non si poteva fare. Dicevano che non potevano aprire la cassa. I due ragazzi all’entrata mi hanno detto che potevo portarlo a casa – e io ho pensato ai 30 bicchieri spaiati che già affollano la mia cucina. “E che ci faccio?” ho risposto. La ragazza dei bicchieri ha riso. Il ragazzo ha riprovato: “Lo può portare la prossima volta che torna”. “E, secondo te, io torno?”.
Alla fine il bicchiere l’ho regalato fuori dall’ingresso a due ragazzi che stavano per entrare e mi hanno ringraziato. E anche i miei quindici manuali per tenere la casa in ordine, se potessero, ringrazierebbero – ne sono certa.
Sono andata via senza aver ben capito di che cosa si trattasse questa serata per i blogger. Ho poi scoperto, lanciando messaggi in giro per la rete che mi tornavano per lo più indietro con l’eco di un sabato mattina sonnolento, che una sorta di evento è iniziato, ma verso le dieci. Lo show cooking con Andy Luotto. Mentre io ero a bere una birra con un’amica non lontano. E a godermi una bella serata romana.